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«La ricostruzione sarà lunga. È forte la mia tristezza per quanto avviene nella regione mediorientale del Levante, conosco bene i momenti fulgidi e splendenti in Siria, Iran e nel mio Libano: Paesi di straordinarie potenzialità che hanno gettato al vento le loro carte, e sono ormai rasi al suolo. Il Libano, che è stato centro strategico dal punto di vista intellettuale, economico e bancario, è governato da una classe politica vistosamente incompetente, corrotta e irresponsabile, spero che i cittadini trovino forza e resilienza per ricostruire il Paese, ma temo che il fondo non si sia ancora toccato». Lo ha affermato ieri a Udine lo scrittore franco-libanese Amin Maalouf, Premio Terzani 2020, intervenuto con la presidente di Giuria Angela Terzani Staude agli eventi organizzati nell’ambito della 16ma edizione del Festival Vicino/lontano, dedicato al tema “Passione”.
E un appassionato appello, infatti, è stato lanciato dallo scrittore nei giorni dell’ennesimo attentato di matrice terroristica, per mano di estremisti islamici in Occidente, a Parigi: «Quello che serve è una sorta di nuovo contratto sociale che ci aiuti a gestire il problema estremamente complesso della convivenza sul pianeta, nel terzo millennio. La diversità può essere la cosa migliore o peggiore che abbiamo: se ben gestita e amministrata fonte di grandissimo arricchimento, se mal gestita è fonte di devastazione e distruzione. Non basta mettere gli uni accanto agli altri, abbandonandoli a se stessi: le relazioni sociali fra persone di origine e religione diversa vanno gestite nel rispetto delle diversità, ma nessuno al mondo lo sta facendo, in questo momento. Non certo in Francia, dove un diciottenne sbarcato da poco, fagocitato dalla propaganda estremistica, ha compiuto un gesto assurdo pugnalando persone innocenti davanti alla vecchia sede di Charlie Hebdo. Ma nemmeno altrove, nel mondo. Resto dell’idea che immedesimarsi nell’altro sia l’unica strada per comprendere il mondo: del resto era questo il leit motiv del mio primo libro, “Le crociate viste dagli Arabi”». E sempre a proposito dei suoi libri, Amin Maalouf, premio Terzani 2020 per “Il naufragio delle civiltà” (La nave di Teseo), ha annunciato proprio ieri l’uscita imminente, in Francia, del suo nuovo romanzo, “Nos frères inattendus”, per Grasset edizioni, e nel giro di qualche settimana anche in Italia, sempre per La nave di Teseo. «L’ho scritto prima del Covid – ha raccontato Maalouf – eppure mi accorgo che sfogliando le pagine qualche suggestione dell’anno pandemico sembra affiorare, come il tema dell’isolamento. È infatti la storia di un disegnatore che vive in un’isola: ma un giorno, a sorpresa, saltano tutte le connessioni con il resto del mondo. Il mio protagonista capisce che qualcosa di grosso deve essere accaduto e prova a indagare: restarsene del tutto isolato produce in lui una sensazione al tempo stesso rassicurante e inquietante».
Con la consegna del Premio Terzani 2020 si è dunque chiusa, nella serata di ieri, la 16ma edizione del festival Vicino/lontano, quest’anno con duplice svolgimento, dal 18 al 22 maggio in streaming live con “Vicino/lontano On” e dal 25 al 27 settembre in presenza a Udine, nella ex Chiesa di San Francesco e in altre location del centro storico cittadino: «Un’edizione che ci ha impegnato a lungo per garantire la massima sicurezza agli spettatori e ai relatori ospiti, oltre un centinaio nei tre giorni del festival – hanno spiegato le curatrici del festival, Paola Colombo e Franca Rigoni –. Ma che ci ha riservato grandi soddisfazioni e l’accoglienza entusiastica del pubblico, con un “sold out” pressoché sistematico nei luoghi del festival – tutti organizzati con estremo rispetto delle regole di distanziamento e delle norme sanitarie – e con feedback di grande apprezzamento per la qualità della proposta e il livello dei dialoghi e dibattiti in programma. Alla passione civile, a quella per la politica o per il digitale raccontate dal festival, si è aggiunta la toccante passione di Udine per il suo festival, in presenza e da remoto, con risultati straordinari, che ancora non comprendono i contatti dell’ultima giornata del festival: oltre 275mila visualizzazioni si sono infatti registrate per gli eventi diffusi sul canale youtube e sulla pagina fb del festival nei cinque appuntamenti di maggio e nelle tre giornate di settembre. Circa 40mila sessioni uniche e oltre mezzo milione di pagine sono state visitate con azioni compiute nel sito vicinolontano.it, che ha attirato 22mila nuovi utenti unici. Analoga esplosione sui canali social che hanno coinvolto oltre 750mila persone. Decine di migliaia di interazioni, condivisioni e azioni si sono verificate nelle due fasi di maggio e settembre 2020. La pionieristica riorganizzazione di maggio per lo streaming video resterà rezioso valore aggiunto per le future edizioni, insieme alla cura per la location centrale della ex Chiesa di San Francesco, quartier generale delle due edizioni 2020 di straordinaria suggestione grazie alla scenografia, con il palco ospitato tra le ordinate di una nave, a simboleggiare la necessità di navigare insieme verso un’era di solidarietà.
Il festival ha inoltre rinnovato la richiesta di verità e giustizia per Giulio Regeni e ha posto in prima fila in platea la sagoma dello studente Patrick Zaky disegnata da Gianluca Costantini, a sottolineare – aderendo alla campagna dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna – che “Siamo tutti Patrick Zaki” e che verità e giustizia sono diritti di tutti i cittadini.
La Chiesa di San Francesco a Udine.
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In copertina, lo scrittore franco-libanese Amin Maalouf con Angela Terzani Staude e all’interno anche con i suoi figli.
(Foto Luca d’Agostino)